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Relazione “Sulle tracce di Marama Toyo”

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“ Sulle tracce di Marama Toyo e i misteri della Galbusera 8V “

 
                                                                                                      RELAZIONE

 
L’iniziativa segue una laboriosa ricerca storica ed iconografica, durata più di 5 anni. Il contenuto riguarda l’articolata storia, che si svolge principalmente tra la Venezia Giulia, Friuli e nel Bresciano – ma con connessioni in varie parti del mondo – riferita a vicende umane singolari che ruotano attorno all’innovazione tecnica ed allo sport motoristico.
Un personaggio fiumano, che nascondeva la propria identità dietro ad un curioso “nome d’arte (Marama-Toyo)”, già reduce della Prima Guerra Mondiale dalla Russia come soldato, prima austro-ungarico e poi italiano della “Legione Redenta”, rientrato dalla Siberia soltanto nella primavera del 1920 col Corpo di Spedizione Italiano in Estremo Oriente, è uno dei protagonisti principali.
Assunta la cittadinanza egiziana, nelle pause del suo lavoro di marittimo introdusse in Italia lo sport motociclistico dello Speedway o Dirt Track da lui conosciuto in Australia nel corso degli anni ‘20. Specialità che diverrà popolare a Trieste (Ippodromo di Montebello (1928 -1951), nel Veneto, a Udine e nel Friuli (1933- 38 e poi dal 1947 – con alcune interruzioni – fino ai giorni nostri).


Marama Toyo -  Assen 1934

Con un compagno appassionato, Plinio Galbusera, piccolo costruttore meccanico che operava a Brescia e Salò, tenne dimostrazioni e gare, per le quali faceva da consulente organizzativo, in varie parti d’Italia e gareggiò anche in diversi paesi europei.


Plinio Galbusera – Luino 1930

Assieme a Galbusera, Marama fu il progettista del più sensazionale motore motociclistico visto fino ad allora. I due presentarono il prototipo di motocicletta stradale, in due versioni (500 e 250 cc), al Salone del Ciclo e Motociclo di Milano nel 1938, destando scalpore a livello internazionale in quel settore.


Prototipo Galbusera 500 V8 -1938-Brescia

La moto principale era dotata di un motore da 500cc con 8 cilindri a V, ciclo a due tempi, con compressore.


Motore Marama Toyo 8 cil. 2T compressor

La Seconda Guerra Mondiale interruppe il sogno della loro innovazione: Marama perderà la vita in gara a Trieste nel 1946 e Galbusera rimarrà senza alcuna risorsa a causa dei pesanti bombardamenti alleati sulla città di Brescia nel 1944/45 che distrussero e incendiarono la sua officina. Vite romanzesche e rimaste velate da diversi misteri.


Marama Toyo - Trieste 1946

Come fu un mistero la sorte dei prototipi, cercati in tutto il mondo per anni da collezionisti, Musei pubblici e privati. L’indagine dell’Ufficio Storico del Moto Club Trieste e degli autori ha portato alla luce una storia particolare, svelando numerose verità rimaste a lungo nascoste da una leggenda circolante tra gli appassionati e non solo.
Aspetti romanzeschi che coinvolgono altri personaggi, come una donna triestina che fu antesignana dell’emancipazione femminile. Il tutto attraverso una “finestra” su alcuni momenti topici della tormentata storia del ‘900.


Mary Metlikovitz – Trieste 1931

Oggi c’è ancora un protagonista che contribuisce a “completare il lavoro” dei due coraggiosi avventurieri e si tratta dell’artigiano friulano Mirco Snaidero che, col benestare delle figlie di Galbusera, sta realizzando la copia fedele del leggendario manufatto a due ruote con lo scopo di terminare quel sogno interrotto.
Nel libro è descritta l’evoluzione di questo progetto ed è per noi augurabile che il suo formidabile motore sia presentato contemporaneamente al libro, mentre l’intera moto, ricostruita a spese di Snaidero, apparirà sulle scene nei mesi successivi.
Il libro che titolerà SULLE TRACCE DI MARAMA TOYO. Tra leggenda, misteri svelati e il sogno della Galbusera V8, la moto scomparsa ”.
Il costo dell’opera, che comprende una nutrita appendice documentale, è impegnativo anche per la particolare cura grafica, le numerose immagini d’epoca, e per il livello di confezionamento che vogliamo raggiungere.
L’evento presentazione ci è richiesto già, oltre che a Trieste, a Udine, a Gorizia, anche in varie città italiane, tra cui Brescia ed Imola.
E’ stato ventilato anche un interesse cinematografico per la vicenda narrata e documentata.
Gli autori dei testi e delle ricerche sono il nostro Presidente Onorario, dott. Franco Damiani di Vergada - che ha condotto l’iniziativa -, l’ing. Giancarlo Cavallini di Salò, la dott.ssa Alessandra Mattei Galbusera di Brescia e lo stesso Mirco Snaidero di Mels (UD), ma va specificato che i collaboratori alle ricerche di documentazione e di immagini d’epoca sono stati numerosi, sia tra i semplici appassionati che tra i più autorevoli storici di settore.  
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